venerdì 11 maggio 2012

Vidal: "Ora voglio la Coppa Italia"





Arturo Vidal, come si sente dopo il trionfo?
«Emozionato, ma non saprei dire di più. Fatico a trovare le parole per descrivere sensazioni bellissime. Ero venuto a Torino per vincere, volevo lo scudetto oppure la Coppa Italia: ho già realizzato il sogno, perché il tricolore è qualcosa di speciale, il successo più importante della mia carriera, e adesso mi aspetta la finale di Roma. Vogliamo fare la storia con il double».
La sua fu una scelta coraggiosa...
«Gli ultimi anni erano stati duri, ma quella non era la vera Juve: adesso è tornata, assieme alla vittoria».
Pur di vestire la maglia bianconera, si gode gli elogi e il successo orgogliosamenteha detto no a Bayern Monaco e Napoli: perché?

«Ho avuto, in effetti, altre possibilità, ma confrontandomi con la famiglia ho ritenuto questa la destinazione migliore. Ho rinunciato alla Champions, è vero, ma ero sicuro che l'avrei giocata un anno dopo. E sapevo, in assoluto, al di là dell'Europa, che alla Juve avrei avuto la possibilità di vincere».

Il mondo bianconero è come l'immaginava?
«Mi ha stupito la partecipazione: non pensavo che il calcio fosse vissuto con tanto calore».

Ma al Napoli, l'estate scorsa, è stato davvero così vicino?
«Non so, sinceramente, se ero al centro di semplici voci o trattative: ero impegnato in Coppa America e pensavo a giocare».

Il Cile, in azzurro, è rappresentato da Edu Vargas, che però fatica ad ambientarsi...
«Ha ottime qualità, ci vuole solo tempo. E' difficile ritagliarsi spazio se hai davanti Cavani, Lavezzi e Hamsik: tre calciatori fra i più forti al mondo, abituati da tanti anni a giocare insieme».

La Juve cerca un centravanti: le piacerebbe avere Cavani in squadra?
«Piacerebbe a chiunque perché fa tanti gol, segna ogni domenica»

In attacco arriverà un top player: da Robin Van Persie a Luis Suarez, l'elenco dei candidati è prestigioso. Preferenze?
«Non sono io che devo scegliere. La società e Conte sanno chi è meglio per la Juve».

Anche lei scuote il mercato: dicono si sia mosso il Real Madrid...
«Sono felice qui e non ho alcun motivo di pensare ad altre squadre. Gioco nella Juve e non posso chiedere di più: i tifosi stiano tranquilli».

Pronto per la finale di Coppa Italia?
«Prima c'è l'Atalanta: ci teniamo a chiudere bene una stagione fantastica e allungare la striscia d'imbattibilità che dura dall'inizio del campionato. Al Napoli penseremo dopo. E' una squadra che ci somiglia per come gioca: si propone sempre in avanti, cerca sempre di fare la partita»

Agli azzurri ha realizzato un gol bellissimo...
«Il più bello del mio campionato. Però mi è piaciuto anche quello segnato alla Roma, con un tiro a girare».

Ormai colleziona complimenti: Buffon sostiene che avrebbe potuto giocare anche nella grande Juve smantellata da Calciopoli...
«Io non penso di essere forte come dicono, non so se corrispondo a come mi descrivono: sono giovane e forse non ho la reale coscienza di quanto valgo, semplicemente mi alleno tutti i giorni per dare il massimo e migliorare ancora. Detto questo, le parole di un campione del mondo mi danno consapevolezza e trasmettono fiducia».

Domenica non potrà scendere in campo: ha studiato qualcosa di speciale per la festa bianconera?
«Non ho preparato nulla, solo la mia felicità: immagino tanta allegria attorno alla squadra e non oso immaginare cosa succederà. Di sicuro, sarà giornata che non dimenticherò».

E' ancora convinto che il Milan sia più forte?
«Siamo più forti noi, lo dice la classifica».

Quando ha capito che potevate vincere lo scudetto?
«Quando abbiamo vinto 2-0 in casa con i rossoneri»

Al ritorno c'è stato il gol fantasma di Muntari: ha pesato davvero sulla lotta per il titolo?
«No, sono cose che succedono. Gli arbitri possono Per i bianconeri ho rinunciato alla Champions: sapevo che l’avrei giocata la prossima stagione... Però non credevo di trovare qui tanto caloresbagliare, come tutti, e comunque non è stato un episodio decisivo: dopo quella partita, ce ne sono state tante altre».

Lei, Pirlo e Marchisio: il centrocampo più forte del mondo?
«In questo momento sì».

Quanto ha inciso Antonio Conte sulla metamorfosi della Juve?
«L'allenatore ha creato un gruppo, curato la preparazione nei dettagli, strutturato il lavoro dall'inizio. Ci ha messo del suo, permettendoci di arrivare a questo traguardo»

Leggenda vuole che un giorno sia entrato nell'ufficio del tecnico, convincendolo a darle un posto da titolare...
«Leggenda, appunto. Gli allenamenti erano diversi e dovevo adattarmi al gioco, figurarsi se potevo pretendere qualcosa. La maglia l'ho conquistata sudando ogni giorno sul campo».

Il prossimo sogno?
«Battere il Napoli e alzare la Coppa Italia. Poi ce ne saranno altri»

Chiusura sulla Nazionale, dopo il perdono della Federazione cilena: che significato ha il ritorno?
«E' bello e importante. A volte, nella vita, succedono cose che non vorresti. Rispondo alla convocazione con lo spirito giusto, l'obiettivo è la qualificazione ai mondiali».

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